13 febbraio 2019
I peli superflui sono un problema estetico che affligge donne e uomini. Cerette, creme, pinzette e rasoi sono strumenti efficaci che però, oltre ad essere spesso dolorosi, hanno il difetto di non essere definitivi.
Fortunatamente la medicina estetica moderna ha fatto passi da gigante, fino ad arrivare a tecniche che permettono una soluzione alternativa, indolore e soprattutto più duratura.
Tra queste c'è la Fotoepilazione (o luce pulsata), un metodo che combatte la comparsa dei tanto indesiderati peli superflui basandosi sul principio della Fototermolisi Selettiva, un processo di riscaldamento e danneggiamento selettivo del follicolo pilifero.
Scopriamo insieme di cosa si tratta
La fotoepilazione sfrutta l’energia prodotta dalla luce, che viene trasformata in calore nel momento in cui colpisce uno specifico colore, in questo caso la melanina del pelo.
L’obiettivo non è quello di bruciare il pelo, bensì veicolare il calore alla matrice posta alla base del follicolo pilifero, una particolare struttura della pelle da cui si origina la continua ricrescita. Se viene riscaldato oltre una precisa soglia termica, il follicolo pilifero si disattiva per molto tempo, e a volte per sempre.
Con questo sistema è allora possibile distruggere i peli. Nello specifico, quelli che si trovano in fase di crescita, la cosiddetta fase anagen. Poiché non tutti i peli crescono contemporaneamente, e possono dunque trovarsi in altre fasi del loro ciclo di vita, occorrono varie sedute per colpire i follicoli piliferi che si sono attivati successivamente ai trattamenti iniziali.
In cosa consiste il trattamento?
Prima di sottoporre la pelle alla luce pulsata si provvede all'applicazione di un apposito gel che agisce da protettore della cute.
Si procede quindi all'invio degli impulsi di luce, emessi da un apposito manipolo ad intervalli regolari. Grazie alla disponibilità di manipoli di varie dimensioni, si possono trattare tutte le zone del corpo, sia aree estese - come ad esempio le gambe - sia aree circoscritte come il labbro superiore o la zona del mento.
I risultati sono tanto più veloci quanto maggiore è il contrasto tra pelle chiara e pelo scuro perché, proprio grazie al contrasto, il raggio identifica con maggiore precisione il pelo, che potrà cadere nella stessa seduta o nei 10-15 giorni successivi.
Il ciclo di trattamento è composto da 12/16 sedute, una ogni 28 giorni.
Alcune indicazioni (e controindicazioni) di cui tener conto
Le donne possono iniziare ad effettuare il trattamento a partire dai 16 anni, dopo la comparsa del ciclo mestruale. Per gli uomini invece la fotoepilazione può essere iniziata al termine della pubertà.
Quando è eseguita da personale altamente qualificato, la fotoepilazione si rivela abbastanza sicura. Non danneggia i tessuti circostanti e non è dolorosa, si avverte soltanto un leggero pizzicore. Solo le pelli sensibili possono manifestare un temporaneo arrossamento, che scompare comunque dopo qualche ora dal trattamento.
Le sedute andrebbero eseguite in inverno, o preferibilmente nei periodi lontani dall'estate.
Ci sono casi in cui il metodo della fotoepilazione è controindicato: in gravidanza, ad esempio, o se la pelle è già abbronzata, se si soffre di diabete e se ci sono precedenti cicatrici cheloidee.
È sempre consigliato recarsi in cabina estetica ed effettuare il trattamento rivolgendosi a un personale specializzato che avrà cura di offrire un servizio professionale e attento alle esigenze del cliente.